(di Eugenio Chiari, Flai Parma) La missione africana di CGIL e Progetto Sviluppo inizia ufficialmente il 27 settembre 2010 a Benin City, capitale dello stato di Edo, Nigeria. L’iniziativa, dopo una gestazione di circa un anno, si pone l’obiettivo di sviluppare una fase di confronto e collaborazione con il Nigeria Labour Congress, nell’ottica di un approccio globale alle tematiche del lavoro e dello sviluppo sociale.
La delegazione è composta da Italo Tripi e Renzo Concezione, rispettivamente Presidente e Direttore di Progetto Sviluppo, Istituto della CGIL per la cooperazione internazionale allo sviluppo; Patrick Guobadia, Segretario della FLAI-CGIL di Pescara e Responsabile Immigrazione della CGIL Abruzzo; Alessandra Genco, della Segreteria CGIL Abruzzo; Eugenio Chiari, della Segreteria FLAI di Parma.
27 settembre
Dopo il trasferimento da Lagos, ex capitale della repubblica federale, prendiamo contatto con un folta delegazione di sindacalisti del NLC in rappresentanza delle oltre 30 categorie dei diversi settori sia privati che pubblici. Segue la visita istituzionale presso il palazzo del governo dove, alla presenza della stampa locale, veniamo ricevuti da Adams Oshiomhole, attuale governatore di Edo ed ex leader sindacale del NLC che esprime apprezzamento per l’iniziativa e sostegno ad andare avanti nella costruzione di proposte comuni.
28 settembre
Ci spostiamo in auto ad Owa, una novantina di chilometri a nord di Benin, in visita al sepolcro di Michael Imodou, storica figura del sindacato nigeriano che si batté per i diritti dei lavoratori prima ancora che la nazione conquistasse l’indipendenza. Ovviamente non possiamo esimerci dal rendere visita alle istituzioni locali che hanno predisposto un variopinto ed entusiasta comitato di accoglienza con banda musicale di percussionisti e delegazione di anziani capi-villaggio in abiti tradizionali.
Alla sera si tiene una prima riunione di “segreteria” con la leadership del sindacato locale, guidata da Anthony Ossa Kaduna e da B.S. Kadiri, rispettivamente Segretario Generale (“Chairman”) e Segretario Organizzativo (“President”) del NLC di Edo. Dopo le presentazioni di rito, precedute da una preghiera di ringraziamento ed un breve inno al lavoro solidale, si entra nel merito della discussione di quelle che potrebbero essere le future attività di collaborazione tra le due organizzazioni sindacali. In particolare ci viene richiesta la disponibilità ad implementare un progetto formativo per una sessantina di funzionari sindacali e di sviluppare un confronto sui temi legati alla migrazione ed al lavoro dignitoso (oltre 30.000 cittadini nigeriani risiedono regolarmente in Italia).
29 settembre
L’unica occasione di contatto diretto con i lavoratori è data da una visita ad un’azienda del settore gomma-plastica con una cinquantina di dipendenti ed una produzione diversificata di oggettistica varia (guarnizioni, sospensioni per ammortizzatori, ecc.). Le condizioni di lavoro nello stabilimento non sono certo ottimali; in particolare facciamo rilevare che alcuni addetti del reparto verniciatura non indossano le mascherine protettive. Ci viene risposto, come spesso capita nelle aziende italiane, che, pur essendo stati distribuiti i dispositivi di protezione, questi non vengono utilizzati. Al solito si tenta di scaricare la responsabilità sui lavoratori.
Dopo una veloce puntata al Museo Nazionale, ove sono conservati gli antichi reperti dell’impero Benin (i pochi sfuggiti al saccheggio perpetrato dalle potenze coloniali) ci involiamo verso Abuja, nuova e moderna capitale dello stato, per incontrare, presso la sede nazionale del NLC, John Odah, Segretario Generale del maggiore sindacato nigeriano. Le presentazioni, pur nella formalità richiesta dall’occasione, non mancano di suscitare una forte emozione, in special modo in Patrick Guobadia che tanto si è speso per favorire l’evento e che vede oggi riuniti il sindacato della nazione in cui vive e lavora attualmente e quello del suo paese di origine.
30 settembre
Mentre in città fervono i preparativi per le celebrazioni del cinquantesimo anniversario dell’Indipendenza veniamo ricevuti, assieme ai compagni del NLC dall’ambasciatore italiano in Nigeria, Roberto Colaminè; è un incontro formale sull’arretratezza delle infrastrutture nigeriane e sulle potenzialità di crescita economica del paese.
Nel pomeriggio ritroviamo “Comrade” Odah, insieme al responsabile per le relazioni internazionali, per approfondire le tematiche discusse nei giorni precedenti a Benin. Oltre a garantire il pieno supporto delle strutture nazionali alle future attività di collaborazione, auspicando relazioni sempre più strette e proficue, Odah coglie l’occasione per invitare formalmente una delegazione della C.G.I.L. al Congresso Nazionale del N.L.C. che si terrà a febbraio 2011.
1° Ottobre
Oggi si festeggia l’anniversario della Liberazione. Dopo oltre 70 anni di dominazione britannica, il 1° ottobre del 1960 la Nigeria ottenne l’indipendenza dal Regno Unito per avviarsi su un lungo e travagliato percorso verso la democrazia, tra colpi di stato, regimi militari e brogli elettorali.
Il programma delle celebrazioni prevede un maratona di oltre ventiquattr’ore tra sfilate di autorità, parate militari e coreografie con danze collettive e fuochi artificiali, oltre al discorso alla nazione del Presidente Jonathan Goodluck.
I compagni del NLC evitano prudentemente di condurci verso il centro città ove si tengono le celebrazioni, preferendo ospitarci in una zona periferica. Prudenza che si rivela fondata quando, verso mezzogiorno, giunge la notizia di un attentato: due autobombe a poca distanza dalla manifestazione fanno strage di civili. Il bilancio provvisorio parla di 14 vittime ed oltre 60 feriti. Secondo le prime indiscrezioni l’atto terroristico sarebbe da ascrivere al M.E.N.D., Movimento per l’Emancipazione del Delta del Niger, organizzazione che agisce contro lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi nel sud del paese da parte delle multinazionali straniere, tristemente famosa per i rapimenti di lavoratori forestieri.
Proprio a scopo precauzionale, fin dal primo giorno a Benin City siamo stati forniti di una scorta della polizia che ha vigilato costantemente sulla nostra sicurezza.
Perdiamo praticamente tutta la giornata in attesa di lasciare la capitale, con il volo che parte con diverse ore di ritardo.
2 Ottobre
Visita di cortesia al Palazzo dell’Oba, sovrano locale che in passato governava un territorio vastissimo e la cui influenza si estendeva oltre i confini dello stato. Una guida ci intrattiene, narrandoci alcuni aneddoti della storia della dinastia imperiale, storia che sfuma in interminabili leggende di antiche faide familiari per la successione al trono. Per l’ingresso alla “reggia” è indispensabile un invito formale del “monarca”; dobbiamo pertanto accontentarci di qualche foto alle mura esterne, evitando di toccarle, in quanto permeate di un alone di reale sacralità.
Nel pomeriggio si tiene l’ultima sessione di lavoro per la definizione di un protocollo d’intesa che recepisca quanto emerso negli incontri precedenti in materia di relazioni bilaterali tra le due Organizzazioni Sindacali. Come primo passo si stabilisce di organizzare congiuntamente un’attività formativa mirata ad accrescere le competenze dei dirigenti del sindacato dello stato di Edo, prevedendo, al contempo, uno scambio di visite per approfondire la conoscenza reciproca delle diverse strutture. In un clima di soddisfazione generale, ci si auspica che questo sia solo l’inizio di una fattiva e prolungata collaborazione.
3 ottobre
Ultima nota di colore: durante il volo da Benin City a Lagos il pilota dell’aereomobile ci delizia (dopo un iniziale, plausibile preoccupazione) cantando un inno sacro e invocando un miracolo dal cielo e la pace divina. Confidando, a questo punto, in un viaggio sicuro e tranquillo, possiamo finalmente rilassarci, ripensando agli amici nigeriani e ai bei giorni passati tra loro.