(di Sara Campanari, in Bolivia per uno stage con Progetto Sviluppo)
La mattina, dopo essersi preparati, prima di andare a lezione i ragazzi fanno colazione tutti insieme alla mensa, e prima di dirigersi verso l’Aula Magna rimangono a turno a pulire la cucina.
“ ….. Cos’è la libertà per voi? E come vive questa libertà ciascuno di voi nella sua comunità?…. .Avete sentito cosa ci ha detto questa mattina il nostro presidente? Ci ha detto che noi popoli indigeni siamo la riserva morale del paese e dell’umanità intera …..”
È con domande come queste che, ogni giorno dalle 7.00 alle 8.00, inizia una lezione di Realtà Nazionale alla scuola di salute del Chaco Boliviano Tekove Katu, e comincia una regolare giornata di corsi.
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A questa lezione, con la metà degli occhi ancora socchiusi e pensieri nel colmo della loro ispirazione mattutina, sono presenti tutti gli studenti a prescindere dal loro anno e corso di studi. Generalmente la tiene Tarcisio, fondatore stesso di tutto l’istituto, e quotidianamente ama indagare sul contesto socio-economico che li circonda. Propone la lettura di giornali, di testi, di nuove leggi, si parla anche tanto di politica. Gli alunni vengono molto stimolati alla partecipazione e alla riflessione, e ad esprimere la propria opinione su un argomento come quello della sanità pubblica ad esempio, ma anche i vari fatti sociali ed economici che hanno interessato, nel passato come tuttora, il Paese nel suo processo storico, così come le loro ripercussioni sulla salute, sulle leggi, sulla libertà e sui diritti dei popoli. Oppure perché non cogliere questo momento della giornata come un’occasione per riflettere insieme ad esempio sulle principali cause di mortalità relative a queste stesse problematiche sociali ed economiche, quali sono per loro i principali fattori culturali che influiscono sul processo salute-malattia. Ma in fondo qualsiasi forma di stimolo che orienti la coscienza dello studente a riconoscersi un portatore di un’identità manifesta e di una visione del mondo specifica, per la cui realizzazione è pronto a lottare, può considerarsi più che ben accolta.
Dopo l’ora di “Realtà Nazionale” gli alunni si dividono ciascuno secondo il suo corso e il suo anno di studi, e si dirigono verso le aule dove si terranno i rispettivi moduli curricolari. I corsi che la Tekove Katu offre sono tre: il corso di laurea per scienze infermieristiche e formazione di personale ausiliario di infermeria; il corso di laurea per tecnico di salute ambientale; ed il corso di laurea in “Trabajador Social”. Mi spiegano che quest’ultimo è pensato diversamente dai nostri percorsi di studi, allo scopo di formare una figura professionale mista tarata sulle esigenze delle comunità. Lo studente formato dovrà essere preparato per la guida e per il supporto psicologico comunitario, saprà la sociologia delle relazioni interne ed esterne, collettive ed individuali, avrà delle conoscenze antropologiche e padronanza del diritto pubblico nazionale così come internazionale umanitario.
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A Gutierrez, sede della scuola, non sono mai presenti più di “due anni alla volta” dei quattro previsti per il conseguimento del titolo di studio. Generalmente l’alternanza tra studenti che avanzano con il programma delle lezioni e coloro che si assentano per iniziare, proseguire o concludere i loro tirocini, va di tre mesi in tre mesi. In questo momento, dato il periodo, ho occasione di conoscere gli alunni del secondo e del terzo anno; la prossima settimana ci sarà la “laurea” degli alunni del quarto attualmente non presenti e che torneranno solo per la cerimonia, e la settimana successiva vedrò l’arrivo dei nuovi iscritti al primo anno.
Le lezioni proseguono all’incirca fino alle 12, quando i ragazzi iniziano a dividersi i compiti aiutando la cuoca nel servizio del pranzo. Bisogna pensare a procurarsi la legna, a cucinare così come a gestire le provviste occupandosi della pulizia e dell’ordine negli spazi comuni, a spostare le sedie, i pesi da sollevare per i ragazzi sono molti mentre l’acqua scarseggia, eccetera.
Alle 14.30 ci si divide nuovamente nei vari saloni; in alcuni giorni continuano le lezioni senza interruzione, in altri invece c’è anche tempo per studiare, per svolgere eventuali elaborati assegnatigli dai diversi professori, per fare attività di gruppo o qualsiasi cosa si possa associare all’apprendimento individuale, sempre con del tempo libero a disposizione. Ci sono poi dei giorni dedicati alla pulizia di tutta la scuola e dei dormitori; ciascuno ha la propria mansione, collaborano per tenere in ordine gli spazi in comune.
In più ogni lunedì sera si tiene una riunione dove tutti, studenti professori e responsabili, partecipano, e dove si fa un bilancio delle attività svolte nella settimana appena trascorsa, occasione per risolvere anche eventuali problematiche. Gli studenti stessi redigono ogni volta un verbale.
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Sia l’aula magna che gli altri saloni dove fanno lezione sembrano in realtà delle gigantesche capanne; sopra a pavimenti di terra battuta si alzano grandi pali centrali e muri di adobe non sempre intonacati di bianco che sorreggono i tetti, tutti rigorosamente di paglia così ben intrecciata da non lasciar passare nemmeno una goccia d’acqua. Purtroppo la luce è solo una posta al centro del locale, spesso le attrezzature come i tavoli, le sedie, i materiali di cancelleria e le postazioni individuali sono insufficienti. Non ci sono protezioni isolanti ne riscaldamenti, le pareti sono coperte soltanto da un telo di plastica lasciato sventolare al vento gelido che sale dalla Patagonia, e questo purtroppo impedisce di usufruire dei locali per lungo tempo nei mesi freddi. Invece in questo periodo dell’anno, al contrario, nel corso di tutta la giornata le zanzare, così come tutti gli insetti e gli eventuali rettili di piccola taglia, rischiano di essere così aggressive da non consentire a nessuno degli studenti di rimanere lì seduti tranquilli a lungo.
È in queste aule che i ragazzi, oltre alle lezioni, si riuniscono in assemblee, o la sera dopo cena per guardare insieme un film. La cena è preparata esattamente come il pranzo, e servita piuttosto presto tanto che alle 19.30 sono già liberi di scegliere se rilassarsi, terminare le proprie attività di studio o riunirsi nel salone principale accanto all’ufficio della direzione e della cucina dei responsabili, finché la stanchezza di una giornata iniziata alle 6.00, stesso orario della sveglia dell’indomani, comincerà a farsi sentire.